TY - BOOK ID - 212976 TI - Sistemi ACM e imaging diagnostico : le immagini mediche come matrici attive di connesioni PY - 2006 SN - 1281114979 9786611114978 8847004446 8847003873 8847055482 PB - Milano : Springer, DB - UniCat KW - Diagnostic imaging. KW - Imaging systems in medicine. KW - Medical imaging systems KW - Medical instruments and apparatus KW - Clinical imaging KW - Imaging, Diagnostic KW - Medical diagnostic imaging KW - Medical imaging KW - Noninvasive medical imaging KW - Diagnosis, Noninvasive KW - Imaging systems in medicine KW - Radiology, Medical. KW - Computer vision. KW - Imaging / Radiology. KW - Image Processing and Computer Vision. KW - Machine vision KW - Vision, Computer KW - Artificial intelligence KW - Image processing KW - Pattern recognition systems KW - Clinical radiology KW - Radiology, Medical KW - Radiology (Medicine) KW - Medical physics KW - Radiology. KW - Optical data processing. KW - Optical computing KW - Visual data processing KW - Bionics KW - Electronic data processing KW - Integrated optics KW - Photonics KW - Computers KW - Radiological physics KW - Physics KW - Radiation KW - Optical equipment UR - https://www.unicat.be/uniCat?func=search&query=sysid:212976 AB - La prima ipotesi sulla quale si fondano i sistemi ACM (Active Connections Matrix) è che ogni immagine a N dimensioni puo' essere trasformata in una rete di pixel tra loro connessi che si sviluppa nel tempo, tramite operazioni locali, deterministiche e iterative. L'immagine cosi' trasformata puo' mostrare, in uno spazio dimensionale più ampio, delle regolarità morfologiche e dinamiche che, nelle dimensioni originarie, sarebbero non visibili oppure qualificabili come rumore.Questa ipotesi permette di esplicitare la seconda ipotesi alla base dei sistemi ACM: ogni immagine contiene al suo interno le matematiche inerenti che l'hanno prodotta. In pratica, è come se ogni immagine nascondesse al suo interno altre due immagini non visibili. I sistemi ACM le estraggono e le rendeno visibili. L'opera descrive inoltre le applicazioni possibili in ambito di diagnostica per immagini ed è pertanto rivolta a fisici, informatici, radiologi e tecnici di laboratorio che si occupano di "image processing". Dalla Presentazione di Enzo Grossi "... Alcuni dettagli possono sfuggire, altri aspetti notevoli, come un piccolo nodulo di 1 mm, possono essere non visti: sono i limiti dell'occhio umano. E' in questo scenario che dobbiamo immaginare l'avvento dei sistemi ACM.Essi funzionano come un terzo occhio, non più legato alla esperienza, alla interpretazione e alla sensibilità soggettiva dell'operatore,ma direttamente riferiti alla struttura matematica e quindi anatomica dell'immagine stessa. Si', il terzo occhio di cui parliamo è proprio quello dell'immagine, che, come per magia, interroga se stessa e si mostra al radiologo sotto una veste diversa, spesso molto più informativa.". ER -