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Compostelle --- Pèlerinages --- Christian pilgrims and pilgrimages
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Tra il XIV e il XV secolo, in alcune zone d’Europa e, nello specifico, a Gand in Fiandra, si fece ricorso al pellegrinaggio giudiziario, una forma di pena che frequentemente veniva imposta dalla magistratura a coloro che si macchiavano di reati di varia natura, ivi compreso l’omicidio. Tanto più grave era la pena, tanto più distante era il santuario scelto come meta da raggiungere. Dal sacro luogo il condannato doveva ritornare esibendo l’attestato recante la vidimazione dell’avvenuto pellegrinaggio. In alternativa a questo genere di pena, le autorità pubbliche disponevano di liste di riscatto, una sorta di tariffario nel quale, accanto al nome del santuario, veniva riportato l’importo da pagare calcolato in proporzione alla distanza e alle asperità dell’itinerario. Il tema dei pellegrinaggi giudiziari è rimasto per molto tempo inquadrato dagli studi di Ètienne Van Cauwenbergh, Cyrille Vogel e Jan Van Herwaarden, con interventi puntuali sviluppati soprattutto nella realtà belga. Su queste basi, Lorenza Vantaggiato, per la prima volta in Italia, conduce uno studio sul pellegrinaggio giudiziario, attraverso una puntuale ricostruzione storico-sociale e una rigorosa indagine sistematica sviluppata su una consistente mole di documenti d’archivio. Lo studio è corredato da ampie appendici documentarie, tabelle con indicazioni delle mete sacre e trascrizioni di inediti attestati di pellegrinaggio. Oggi i giudici belgi, recuperando le antiche fonti giuridiche analizzate nel presente studio, hanno nuovamente ripreso a comminare il pellegrinaggio come forma di pena alternativa al carcere, per reati commessi da giovani reclusi e come misura atta al loro reinserimento nella società. Il criterio è stato già ripreso in Spagna e si sta tentando di introdurlo anche in Italia. In tal senso, il presente lavoro costituisce un apporto di pieno valore scientifico per affrontare alcuni problemi cruciali della nostra società.
Pèlerinages expiatoires --- Gand --- Punishment --- Criminal justice, Administration of --- Christian pilgrims and pilgrimages --- Punishment --- Punishment --- Criminal justice, Administration of --- Christian pilgrims and pilgrimages
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Géographie --- Histoire --- Histoire de l'art --- Histoire des civilisations --- Littérature --- Politique --- Population --- Préhistoire --- Italie
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Tra i miracoli ritenuti esemplari, e per questo raccolti nel Codice callistino (XII sec.), quello che ha avuto maggior diffusione, sia nella tradizione popolare che in quella colta, si riferisce all'intervento di San Giacomo a favore di un giovane pellegrino ingiustamente impiccato. Un tema che verrà successivamente arricchito da un tentativo di seduzione e dalla prodigiosa rinascita di un gallo e una gallina sulla mensa di un giudice scettico. Sono questi alcuni degli elementi di una storia che avrà un complesso e articolato sviluppo all'interno del pellegrinaggio compostellano con riscontri nel dramma sacro, nelle arti, nella letteratura odeporica e nelle tradizioni popolari. La vicenda aveva infatti tutte le caratteristiche per entrare nell'immaginario del pellegrino compostellano che la diffonde in tutta Europa. Nell'arte italiana inizia ad avere le sue prime manifestazioni a partire dalla seconda metà del XIV secolo. Il Centro Italiano di Studi Compostellani da sempre ha considerato questa tematica uno degli emblemi della diffusione della civiltà e cultura del pellegrinaggio e, in tale prospettiva, ha impostato da anni una ricerca sistematica per definire il quadro più completo possibile delle sue espressioni in Italia. Il risultato è il libro che si pubblica, coordinato da Paolo Caucci von Saucken e Giuseppe Arlotta, con la collaborazione di 19 specialisti che hanno individuato 73 espressioni artistiche, dalle Alpi alla Sicilia, e hanno prodotto le relative, accurate schede con un corredo iconografico di 350 immagini ad alta definizione.
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Compostelle --- Italie
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«Da poco si è celebrato il 750° anniversario della morte del beato Egidio (23 aprile 2012), terzo compagno di san Francesco, il cui corpo è custodito nell’Oratorio di San Bernardino presso il complesso di San Francesco al Prato in Perugia, e il prossimo anno saranno passati seicento anni dal dies natalis del beato Enrico (13 marzo 2015), terziario francescano, le cui ossa sono conservate nella chiesa di Sant’Andrea in Perugia. […] Egidio d’Assisi, conquistato dall’irresistibile fascino di Francesco, il 23 aprile 1208 lasciò la famiglia e il mestiere di contadino per seguire la “folle” avventura del figlio di Pietro Bernardone. Aveva solo diciotto anni e fu uno dei protagonisti della primavera francescana, […] Il beato Enrico, secondo la sua leggenda agiografica, era il re di Danimarca e di Norvegia, un re che abbandonò il suo regno e la sua corona per mettersi alla sequela di Cristo, seguendo come terziario la spiritualità di Francesco d’Assisi. […] Sono veramente lieto che due beati della Chiesa perugina-pievese vengano riproposti all’attenzione degli studiosi e del popolo perugino, che sempre li ha amati, venerati e invocati. […]». (dall’Introduzione di Gualtiero Card. Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve)
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